giovedì 24 novembre 2022

Rose Lace Cross JSK di Moi Même Moitié, recensione

 Buongiorno a tutti testine di ca__o di di-yu-uai Italia! (se non avete colto il riferimento, vi siete persi una fetta rilevante del trash italiano)
Oggi ci troviamo qui riuniti per un post che non voglio scrivere 💦 Appartengo alla generazione del lolita in cui membri della community sono stati scuoiati vivi, metaforicamente, per aver parlato male di un brand, perciò spero immaginiate quanto io sia restia a scrivere questa recensione.

La farò perché do valore alla comunità lolita. Essa non può sussistere se chi ne fa parte si astiene dal commentare onestamente l'andamento della moda. Sarebbe un tradimento intellettuale, una tacita astensione, un disservizio ai danni di membri esperti e neofiti, che favorisce invece un'entità impalpabile e distante come un brand. Ricordiamo sempre che nessun marchio lolita è in attività per adempiere a una missione morale; non c'è nessuna intenzione di fare beneficienza, sono tutti sempre aziende a scopo di lucro. La lealtà si riserva ai propri pari, non ai brand.

Detto ciò, sciogliamoci con un po' di musica, che ne dite? 👀 La playlist per questo post è

DREAMS COME TRUE - 「朝がまた来る」
globe - perfume of love
L'Arc~en~Ciel - 「flower」
MALICE MIZER - au revoir

Mana. Mana in bianco. Mana in bianco e blu? Mana in Gardenia. La luce e l'oscurità. Il candore viziato da una singola goccia di colore. Il pallore cianotico di una carnagione che non invecchia mai. Chi sa quale miscuglio di media mi abbia fatto fissare così sulla combinazione di bianco e blu.

La storia di Lace Cross

Lace Cross JSK è un modello uscito per la prima volta nel 2011, in taglia singola. Il primo release aveva il pizzo a tripla croce sull'orlo della gonna e la croce sul petto era composta da un pizzo a scala (ancora oggi non ho trovato una traduzione per ladder lace) all'interno del quale era intessuto un nastrino di satin, blu o nero a seconda dei colori. Il materiale dell'abito è sempre stato poliestere.


Questo stesso vestito è stato riprodotto nel 2018 in due taglie, mantenendo lo stesso pizzo a scala per la croce centrale e sostituendo il pizzo dell'orlo con quello brandizzato con M di Moitié. Per allora, l'abito era ufficialmente nel pantheon del brand e il release andò a ruba. Io potei solo mettere l'abito in wishlist, ora che era stata finalmente creata una taglia anche per me.

il nuovo pizzo del 2018

Lace Cross JSK del 2018 è comparso un paio di volte sul mercato dell'usato occidentale, sempre a prezzo grandemente maggiorato. Quando il brand annunciò nell'estate del 2022 di volerlo riportare in commercio, ero sorpresa ed emozionata: sapevo di poter essere presente allo scattare dell'ora, nel caso in cui ci fosse da sgomitare per accaparrarselo.

La campagna promozionale e le prime controversie

Con l'uscita delle prime foto promozionali, qualcuno sui social notò subito dei particolari sulla vestibilità dell'abito.


Se si zooma sulla gonna, si nota come l'abito avesse dovuto essere ristretto tramite la corsettatura sul retro in modo da aderire al corpo della modella. Questo non sarebbe un problema, se la corsettatura fosse opportunamente posizionata, in modo da garantire una riduzione di circonferenza uniforme ma regolabile. Per questo, molti dissero immediatamente di non essere ispirati all'acquisto.

In seguito, il negozio KIST Maria, rivenditore di Moitié, pubblicò le foto che non volevo vedere, ma che visionai ugualmente grazie a Twitter-san. Credo che lo staff non avesse nemmeno notato il difetto che si accingevano a spiattellare sui social, quindi hanno involontariamente sbandierato le magagne dell'abito prima ancora che iniziasse il periodo di vendita. Quella che doveva essere un'ennesima foto promozionale, è diventata la pietra dello scandalo.
È curioso come io abbia visto le foto in questione tramite il Twitter di Moitié, che seguo, a causa di un loro like. Penso che il responsabile dei social abbia passivamente messo like a tutti i rivenditori che pubblicizzavano il release, per questo il tweet di KIST Maria è comparso sui feed di tutti gli adepti del marchio. Tuttavia, se torno a cercare i like dell'account di questa estate, non lo trovo più, e nemmeno sull'account di KIST Maria-- Non vorrei dire gomblotto, ma mi sa che hanno rimosso le foto in questione.
Sono riuscita a recuperare due altre foto di anteprima, questa volta condivise da Kera shop. Purtroppo c'è sovrapposto il testo del mio commento 💧 Spero che contribuiscano comunque allo scopo, ovvero dare un'immagine generale degli strafalcioni organizzativi e produttivi di Moi Même Moitié moderno.

Io ho visto, ho compreso e ho deciso di acquistare ugualmente, perché era la mia unica opportunità di possedere quell'abito in una taglia che mi stesse e a un prezzo fisso. A volte la vita è così ☕

L'abito

Ho finalmente aperto il paco soltanto a novembre, tre mesi dopo l'acquisto. Su Instagram avevo già letto di tutto e di più, in un'ondata di sdegno molto partecipata.
Mi sono data allo spacchettamento con mesta rassegnazione, ma provando anche compassione, come se dovessi raccogliere gli schizzi di cibo di mio figlio poppante: fa disastri ed è bruttino, ma è pursempre mio figlio. Questo è quello che sentivo in quel momento nei confronti del mio acquisto.
Lo scrivo perché si tratta di un'enorme differenza paragonata all'aura di lusso e opulenza che circonda solitamente i prodotti di brand, nonché un'anomalia rispetto ai miei precedenti spacchettamenti di Moitié.

L'abito è leggerissimo, del peso di una camicia. Anzi, credo di possedere camicie più pesanti. Interamente in poliestere, ulteriori commenti sulla stoffa più sotto.
Il pizzo che compone la croce centrale è differente dalla versione originale, come già si sapeva.

Da qui in poi, è necessario che clicchiate sulle immagini per capire quello che dico. La fodera è molto leggera, diversa da quella di altri miei abiti in poliestere, ha una consistenza setosa e crea energia elettrostatica quando passa sui capelli, mentre si indossa l'abito.
Il pizzo sull'orlo della gonna è scadente, non c'è modo di aggirare questa parola. È scadente, sciatto, sintetico e neutro. A differenza di altri prodotti Moitié, non ha nemmeno le croci. Come ho già detto parlando con vari conoscenti: se mi mostrassero solamente la foto col pizzo della gonna, sconsiglierei l'acquisto dell'abito a chiunque.

vi prego, cliccate e guardate da vicino

Il poliestere usato per quest'abito è scadente quanto il pizzo. È inconsistente, leggero, trasparente e lucido. Il problema della fodera troppo corta poteva essere aggirato in un sacco di modi, quello di scegliere una stoffa più pesante è il primo che viene in mente.
Sono stata abbastanza fortunata da avere una bella giornata di sole in cui provare l'abito e ho potuto imprimere in foto la trasparenza della stoffa.

Cliccate sulle dannatissime foto e guardate l'orlo inferiore: la sovraesposizione maschera la trasparenza, ma immediatamente fuori dal fascio di luce si vede la fodera.

Quello che mi fa fumare dalle orecchie è la banalità di questi difetti: avrebbero potuto essere sistemati in una delle tante fasi di produzione. Si tratta di errori così stupidi che non ricordo quando è stata l'ultima volta in cui ho notato un pari livello di incuria.
Inoltre, persino su di me, che sono molto più grossa della modella di Moitié standard, l'abito vestiva male. Ho dovuto arrotolare la stoffa e posare in certe maniere perché la vita rimanesse distesa e non facesse l'effetto borsa che si era individuato sulla modella.
Infine, da persona aliena al mondo della catena produttiva tessile, mi sento comunque di dire che si trattava di un abito molto economico: una stoffa, una fodera, due tipi di pizzo. A paragone coi recenti release di Baby the Stars Shine Bright o Metamorphose temps de fille, che prevedono 3-4 pizzi diversi per abito, due stoffe alla volta e una pletora di dettagli, questo abito dovrebbe ricadere nella categoria dei prodotti a basso costo e alto guadagno.
Per questo, è ancora più ridicolo vedere come siano andati al risparmio su tutte e tre le componenti di questo vestito, ampliando ancora di più la forbice dei ricavi di cui parlo.
Partecipare alla moda lolita significa imparare che il valore oggettivo della moda non ha nulla a che vedere con il risultante valore sul mercato. Si trovano abiti vecchi di vent'anni, fatti di un singolo strato di cotone, a cifre impensabili. Per questo non sto sindacando su quanto siano stati i ricavi di Moitié su questo release, ma da consumatrice riconosco i segnali di una azienda che sta tagliando sulla qualità e non posso tacere.
Sarò ancora più chiara: se avessero prodotto un abito in poliestere spesso e resistente, opportunamente foderato, con pizzo Moitié e accorgimenti per le novelle taglie grosse, avrei speso volentieri più di quello che ho pagato per questo abito.

Conclusioni

Credo che il mio sentimento sia comune a molti nel mondo lolita. Siamo già collettivamente abituati a spendere cifre da mercato del lusso, ma esigiamo standard di qualità alti, in linea coi princípi che ci hanno portati a far parte della moda.

Nessuno metterà mai in dubbio la rilevanza titanica di Moi Même Moitié come marchio fondativo dell'intero movimento elegant gothic lolita, rappresentato da nientepopodimenoche Mana-sama, l'anima gotica della scena alternativa giapponese.
Però, è arrivato il momento di riconoscere che l'acquisizione da parte del conglomerato di Wunderwelt ha apportato dei cambiamenti significativi nel brand. Un po' come le partnership con gli influencer, è stato riconosciuto il valore della fanbase di Mana e si stanno mungendo i ricavi.
Nel mondo capitalista l'atteggiamento del consumatore è totalmente irrilevante, ma non negli ambienti di nicchia: non sarebbe sbagliato mostrare al gruppo che gestisce le tre M che le richieste dei consumatori lolita sono più alte di quanto credevano.

Per quanto mi riguarda, a meno che il marchio moderno non decida di ristampare Rose Print OP con tutti i suoi materiali originali in taglia 13, sto a posto così ✋

Se avete letto in italiano, spero di vedervi presto per mostrarvi da vicino tutto quel che ho descritto! Se avete letto in inglese, ho usato molte metafore e idiomi culturali, scusate 🙇

Continuiamo tutti a fare del nostro meglio!
bacino gattino

mercoledì 23 novembre 2022

Al lolita rendiamo grazie

 Ispirata dal post di Maya aka @frillypotato su Instagram, ho pensato che fosse il momento giusto per fare una cernita dei motivi per cui essere grati alla moda lolita.

Il giorno del ringraziamento non è una nostra festività, ma il panculturalismo veicolato dai social fa sentire molti partecipi della ricorrenza. Poi, lo spirito della gratitudine può essere ricondotto a quello che noi viviamo durante il periodo del capodanno: guardiamo all'anno trascorso e individuiamo cosa abbiamo apprezzato. Quindi, può essere una bella tradizione anche per noi, che io anticipo lievemente al mese di novembre perché sono ispirata, e l'afflato creativo va indirizzato appena si palesa.

Allora, quali sono i motivi per cui sono grata alla moda lolita?
In ordine di priorità:

1) amici vecchi e nuovi

Scriverò questo paragrafo tentando di essere il meno stucchevole possibile, anche pensando a tutte le persone che non danno peso a questo punto.
Ci sono due tipi di approcci all'aspetto comunitario del lolita.
Stringere amicizie nella moda non è affatto scontato. Molte persone frequentano gli ambienti alternativi come forma di autodeterminazione, per sentirsi vivi e parte di qualcosa; questo qualcosa non deve necessariamente sussistere tramite rapporti umani. Molti sono attratti dalle mode alternative per motivi inconsciamente narcisistici: per vedersi sotto una luce diversa, per celebrarsi, per emozionarsi tramite esperienze.
Io pensavo di vivere la moda per questi motivi in primis, ma nell'ultimo anno mi sono ricreduta con piacere. Sono passata alla scuola opposta, quella in cui si partecipa a un hobby per interagire con persone affini e creare comunità.
Ho approfondito rapporti che già avevo allacciato, stretto i nodi di relazioni altrimenti molto lasche e rinforzato la connessione con persone alle quali ero già avvinta. Sono appagata dal livello di scioltezza che ho acquisito nell'interagire con quelli che una volta definivo estranei. Mi sono sempre ritenuta una persona introversa, ma ammetto di aver sbagliato, o di essere cresciuta, chissà.

2) soldi, il livello successivo

Sciogliamo questo ghiaccio attorno ai discorsi sul denaro, sul grano, la pila, il dané. Partecipare alla moda lolita significa comprare e vendere. La proporzione in cui le due cose si bilanciano è la risposta alla domanda eterna: "ma quanti soldi ha da spendere??"
La risposta nel mio caso è: pochi. Non zero, ma molti di meno di quelli che potrei avere. Eppure, grazie alla moda lolita, sono costantemente tenuta a monitorare le mie spese e incentivata a trovare altre fonti di guadagno. Mi permette di individuare subito se qualcosa merita i soldi che richiede: penso al prezzo di uno qualsiasi dei miei dreamies e mi chiedo se rinuncerei a esso per fare quella cosa. Ma soprattutto, sono incentivata a impegnarmi, a pensare a cosa può farmi avere quegli spiccioli in più, a portare a termine quei piccoli fastidi che mi garantiscono un'entrata. E no, non sto parlando di husstle: la vostra Francesca è troppo vecchia per pensare che la fatica sia direttamente corrispondente all'introito 💀 Lascio quella narrativa naive ai nostalgici del sogno americano e a chi vota a de- E QUINDI, si lavora chiaramente, ma si dà anche valore agli oggetti usati, si accettano commissioni, si risparmia.
In questo ultimo anno ho anche iniziato a dare importanza alle tariffe aggiuntive di shopping services e negozi online, per cui credo di aver fatto un passo avanti. Spero di poter scrivere presto la versione 2.0 del mio vecchio post su Buyee.

3) impegno per il futuro

È difficile descrivere questo punto, ma si tratta della realizzazione di essere effettivamente una delle poche persone rimaste in Italia che veste attivamente la moda. Non sono l'unica, non fraintendetemi; non parto per la tangente né mi sento speciale. Però, è giusto affermare che siamo pochi e che all'interno di questo novero, ancora meno persone hanno voglia e tempo di lavorare per la comunità.
Ho deciso di partecipare di più, ma anche di tenere alta la bandiera del lolita in Italia come posso. Questo impegno mi ha rinfrancata e fatta sentire parte di qualcosa di grande. Il lolita vivrà anche dopo di me, cambierà e non resterà nulla di quello che conosciamo. Questo non deve scoraggiarci o renderci nichilisti nei confronti dell'impegno che versiamo nella moda. Al contrario, mi fa sentire direttamente responsabile della forma che la moda assume nel mio Paese e mi sprona a partecipare.
Si tratta di un piccolo compito che mi dà tanta gratificazione. Mi porta a riflettere sul significato della moda, per chi la indossa e in senso lato. Mi coinvolge nelle discussioni che vengono lanciate dalla comunità internazionale, mentre prima restavo ai margini.
Sono grata alla moda per avermi dato questa piccola quest, penso che arricchisca molto la mia vita in questo momento.

4) uno spazio social

Parlo per me, ma partecipare alla moda mi ha permesso di trovare un compromesso sano all'utilizzo dei social. Per fare una sintesi, avevo abbandonato totalmente i social (soprattutto Instagram) nel 2019, dopo un lunghissimo periodo di dipendenza e sudditanza a essi. È stato un percorso iniziato con l'utilizzo eccessivo, evolutosi poi con l'utilizzo critico, poi moderato e infine, interrotto.
Aprire l'account lolita mi ha permesso di riallacciare i rapporti, ma anche di partecipare in modo sano all'ambiente di Instagram in senso lato. Non è possibile parlare di lolita tutto il giorno e non ho sempre voglia di consumare contenuti inerenti, per questo non ci spendo mai più di 10 minuti al giorno. Al contempo, riesco a partecipare ai movimenti della piattaforma, a mantenere i rapporti con conoscenze internazionali e a trarre dalla essa solo il meglio. Sono molto contenta di questo, e lo devo tutto al lolita.

5) le foto

Sarò onesta: scattare foto dei miei coord mi aiuta tantissimo ad apprezzarmi e valorizzarmi. Oltre alla botta di autostima, mi permette di avere ricordi tangibili di ciascun periodo, cosa che altrimenti non sarei portata a fare. Ho anche imparato a usare le app di grafica da telefono, scoprendo quanto possono essere sofisticate e creando collage di tutto rispetto.
Grazie lolita!

 

E voi? Quali sono i motivi per cui siete grati alla moda? Possono essere molto diversi dai miei, del tutto materiali o sentimentali. Sarei curiosa di leggere altri post simili, quindi spero che questo trend prenda piede.

Copritevi e non lesinate sul riscaldamento in casa!
Baci8 besitos

Miscellaneo // sono tornata!

  S ono tornata! Ho passato un periodo lungo mesi a ricrearmi unicamente su Instagram, che è il posto perggiore dove coltivare il proprio ho...