giovedì 24 novembre 2022

Rose Lace Cross JSK di Moi Même Moitié, recensione

 Buongiorno a tutti testine di ca__o di di-yu-uai Italia! (se non avete colto il riferimento, vi siete persi una fetta rilevante del trash italiano)
Oggi ci troviamo qui riuniti per un post che non voglio scrivere 💦 Appartengo alla generazione del lolita in cui membri della community sono stati scuoiati vivi, metaforicamente, per aver parlato male di un brand, perciò spero immaginiate quanto io sia restia a scrivere questa recensione.

La farò perché do valore alla comunità lolita. Essa non può sussistere se chi ne fa parte si astiene dal commentare onestamente l'andamento della moda. Sarebbe un tradimento intellettuale, una tacita astensione, un disservizio ai danni di membri esperti e neofiti, che favorisce invece un'entità impalpabile e distante come un brand. Ricordiamo sempre che nessun marchio lolita è in attività per adempiere a una missione morale; non c'è nessuna intenzione di fare beneficienza, sono tutti sempre aziende a scopo di lucro. La lealtà si riserva ai propri pari, non ai brand.

Detto ciò, sciogliamoci con un po' di musica, che ne dite? 👀 La playlist per questo post è

DREAMS COME TRUE - 「朝がまた来る」
globe - perfume of love
L'Arc~en~Ciel - 「flower」
MALICE MIZER - au revoir

Mana. Mana in bianco. Mana in bianco e blu? Mana in Gardenia. La luce e l'oscurità. Il candore viziato da una singola goccia di colore. Il pallore cianotico di una carnagione che non invecchia mai. Chi sa quale miscuglio di media mi abbia fatto fissare così sulla combinazione di bianco e blu.

La storia di Lace Cross

Lace Cross JSK è un modello uscito per la prima volta nel 2011, in taglia singola. Il primo release aveva il pizzo a tripla croce sull'orlo della gonna e la croce sul petto era composta da un pizzo a scala (ancora oggi non ho trovato una traduzione per ladder lace) all'interno del quale era intessuto un nastrino di satin, blu o nero a seconda dei colori. Il materiale dell'abito è sempre stato poliestere.


Questo stesso vestito è stato riprodotto nel 2018 in due taglie, mantenendo lo stesso pizzo a scala per la croce centrale e sostituendo il pizzo dell'orlo con quello brandizzato con M di Moitié. Per allora, l'abito era ufficialmente nel pantheon del brand e il release andò a ruba. Io potei solo mettere l'abito in wishlist, ora che era stata finalmente creata una taglia anche per me.

il nuovo pizzo del 2018

Lace Cross JSK del 2018 è comparso un paio di volte sul mercato dell'usato occidentale, sempre a prezzo grandemente maggiorato. Quando il brand annunciò nell'estate del 2022 di volerlo riportare in commercio, ero sorpresa ed emozionata: sapevo di poter essere presente allo scattare dell'ora, nel caso in cui ci fosse da sgomitare per accaparrarselo.

La campagna promozionale e le prime controversie

Con l'uscita delle prime foto promozionali, qualcuno sui social notò subito dei particolari sulla vestibilità dell'abito.


Se si zooma sulla gonna, si nota come l'abito avesse dovuto essere ristretto tramite la corsettatura sul retro in modo da aderire al corpo della modella. Questo non sarebbe un problema, se la corsettatura fosse opportunamente posizionata, in modo da garantire una riduzione di circonferenza uniforme ma regolabile. Per questo, molti dissero immediatamente di non essere ispirati all'acquisto.

In seguito, il negozio KIST Maria, rivenditore di Moitié, pubblicò le foto che non volevo vedere, ma che visionai ugualmente grazie a Twitter-san. Credo che lo staff non avesse nemmeno notato il difetto che si accingevano a spiattellare sui social, quindi hanno involontariamente sbandierato le magagne dell'abito prima ancora che iniziasse il periodo di vendita. Quella che doveva essere un'ennesima foto promozionale, è diventata la pietra dello scandalo.
È curioso come io abbia visto le foto in questione tramite il Twitter di Moitié, che seguo, a causa di un loro like. Penso che il responsabile dei social abbia passivamente messo like a tutti i rivenditori che pubblicizzavano il release, per questo il tweet di KIST Maria è comparso sui feed di tutti gli adepti del marchio. Tuttavia, se torno a cercare i like dell'account di questa estate, non lo trovo più, e nemmeno sull'account di KIST Maria-- Non vorrei dire gomblotto, ma mi sa che hanno rimosso le foto in questione.
Sono riuscita a recuperare due altre foto di anteprima, questa volta condivise da Kera shop. Purtroppo c'è sovrapposto il testo del mio commento 💧 Spero che contribuiscano comunque allo scopo, ovvero dare un'immagine generale degli strafalcioni organizzativi e produttivi di Moi Même Moitié moderno.

Io ho visto, ho compreso e ho deciso di acquistare ugualmente, perché era la mia unica opportunità di possedere quell'abito in una taglia che mi stesse e a un prezzo fisso. A volte la vita è così ☕

L'abito

Ho finalmente aperto il paco soltanto a novembre, tre mesi dopo l'acquisto. Su Instagram avevo già letto di tutto e di più, in un'ondata di sdegno molto partecipata.
Mi sono data allo spacchettamento con mesta rassegnazione, ma provando anche compassione, come se dovessi raccogliere gli schizzi di cibo di mio figlio poppante: fa disastri ed è bruttino, ma è pursempre mio figlio. Questo è quello che sentivo in quel momento nei confronti del mio acquisto.
Lo scrivo perché si tratta di un'enorme differenza paragonata all'aura di lusso e opulenza che circonda solitamente i prodotti di brand, nonché un'anomalia rispetto ai miei precedenti spacchettamenti di Moitié.

L'abito è leggerissimo, del peso di una camicia. Anzi, credo di possedere camicie più pesanti. Interamente in poliestere, ulteriori commenti sulla stoffa più sotto.
Il pizzo che compone la croce centrale è differente dalla versione originale, come già si sapeva.

Da qui in poi, è necessario che clicchiate sulle immagini per capire quello che dico. La fodera è molto leggera, diversa da quella di altri miei abiti in poliestere, ha una consistenza setosa e crea energia elettrostatica quando passa sui capelli, mentre si indossa l'abito.
Il pizzo sull'orlo della gonna è scadente, non c'è modo di aggirare questa parola. È scadente, sciatto, sintetico e neutro. A differenza di altri prodotti Moitié, non ha nemmeno le croci. Come ho già detto parlando con vari conoscenti: se mi mostrassero solamente la foto col pizzo della gonna, sconsiglierei l'acquisto dell'abito a chiunque.

vi prego, cliccate e guardate da vicino

Il poliestere usato per quest'abito è scadente quanto il pizzo. È inconsistente, leggero, trasparente e lucido. Il problema della fodera troppo corta poteva essere aggirato in un sacco di modi, quello di scegliere una stoffa più pesante è il primo che viene in mente.
Sono stata abbastanza fortunata da avere una bella giornata di sole in cui provare l'abito e ho potuto imprimere in foto la trasparenza della stoffa.

Cliccate sulle dannatissime foto e guardate l'orlo inferiore: la sovraesposizione maschera la trasparenza, ma immediatamente fuori dal fascio di luce si vede la fodera.

Quello che mi fa fumare dalle orecchie è la banalità di questi difetti: avrebbero potuto essere sistemati in una delle tante fasi di produzione. Si tratta di errori così stupidi che non ricordo quando è stata l'ultima volta in cui ho notato un pari livello di incuria.
Inoltre, persino su di me, che sono molto più grossa della modella di Moitié standard, l'abito vestiva male. Ho dovuto arrotolare la stoffa e posare in certe maniere perché la vita rimanesse distesa e non facesse l'effetto borsa che si era individuato sulla modella.
Infine, da persona aliena al mondo della catena produttiva tessile, mi sento comunque di dire che si trattava di un abito molto economico: una stoffa, una fodera, due tipi di pizzo. A paragone coi recenti release di Baby the Stars Shine Bright o Metamorphose temps de fille, che prevedono 3-4 pizzi diversi per abito, due stoffe alla volta e una pletora di dettagli, questo abito dovrebbe ricadere nella categoria dei prodotti a basso costo e alto guadagno.
Per questo, è ancora più ridicolo vedere come siano andati al risparmio su tutte e tre le componenti di questo vestito, ampliando ancora di più la forbice dei ricavi di cui parlo.
Partecipare alla moda lolita significa imparare che il valore oggettivo della moda non ha nulla a che vedere con il risultante valore sul mercato. Si trovano abiti vecchi di vent'anni, fatti di un singolo strato di cotone, a cifre impensabili. Per questo non sto sindacando su quanto siano stati i ricavi di Moitié su questo release, ma da consumatrice riconosco i segnali di una azienda che sta tagliando sulla qualità e non posso tacere.
Sarò ancora più chiara: se avessero prodotto un abito in poliestere spesso e resistente, opportunamente foderato, con pizzo Moitié e accorgimenti per le novelle taglie grosse, avrei speso volentieri più di quello che ho pagato per questo abito.

Conclusioni

Credo che il mio sentimento sia comune a molti nel mondo lolita. Siamo già collettivamente abituati a spendere cifre da mercato del lusso, ma esigiamo standard di qualità alti, in linea coi princípi che ci hanno portati a far parte della moda.

Nessuno metterà mai in dubbio la rilevanza titanica di Moi Même Moitié come marchio fondativo dell'intero movimento elegant gothic lolita, rappresentato da nientepopodimenoche Mana-sama, l'anima gotica della scena alternativa giapponese.
Però, è arrivato il momento di riconoscere che l'acquisizione da parte del conglomerato di Wunderwelt ha apportato dei cambiamenti significativi nel brand. Un po' come le partnership con gli influencer, è stato riconosciuto il valore della fanbase di Mana e si stanno mungendo i ricavi.
Nel mondo capitalista l'atteggiamento del consumatore è totalmente irrilevante, ma non negli ambienti di nicchia: non sarebbe sbagliato mostrare al gruppo che gestisce le tre M che le richieste dei consumatori lolita sono più alte di quanto credevano.

Per quanto mi riguarda, a meno che il marchio moderno non decida di ristampare Rose Print OP con tutti i suoi materiali originali in taglia 13, sto a posto così ✋

Se avete letto in italiano, spero di vedervi presto per mostrarvi da vicino tutto quel che ho descritto! Se avete letto in inglese, ho usato molte metafore e idiomi culturali, scusate 🙇

Continuiamo tutti a fare del nostro meglio!
bacino gattino

mercoledì 23 novembre 2022

Al lolita rendiamo grazie

 Ispirata dal post di Maya aka @frillypotato su Instagram, ho pensato che fosse il momento giusto per fare una cernita dei motivi per cui essere grati alla moda lolita.

Il giorno del ringraziamento non è una nostra festività, ma il panculturalismo veicolato dai social fa sentire molti partecipi della ricorrenza. Poi, lo spirito della gratitudine può essere ricondotto a quello che noi viviamo durante il periodo del capodanno: guardiamo all'anno trascorso e individuiamo cosa abbiamo apprezzato. Quindi, può essere una bella tradizione anche per noi, che io anticipo lievemente al mese di novembre perché sono ispirata, e l'afflato creativo va indirizzato appena si palesa.

Allora, quali sono i motivi per cui sono grata alla moda lolita?
In ordine di priorità:

1) amici vecchi e nuovi

Scriverò questo paragrafo tentando di essere il meno stucchevole possibile, anche pensando a tutte le persone che non danno peso a questo punto.
Ci sono due tipi di approcci all'aspetto comunitario del lolita.
Stringere amicizie nella moda non è affatto scontato. Molte persone frequentano gli ambienti alternativi come forma di autodeterminazione, per sentirsi vivi e parte di qualcosa; questo qualcosa non deve necessariamente sussistere tramite rapporti umani. Molti sono attratti dalle mode alternative per motivi inconsciamente narcisistici: per vedersi sotto una luce diversa, per celebrarsi, per emozionarsi tramite esperienze.
Io pensavo di vivere la moda per questi motivi in primis, ma nell'ultimo anno mi sono ricreduta con piacere. Sono passata alla scuola opposta, quella in cui si partecipa a un hobby per interagire con persone affini e creare comunità.
Ho approfondito rapporti che già avevo allacciato, stretto i nodi di relazioni altrimenti molto lasche e rinforzato la connessione con persone alle quali ero già avvinta. Sono appagata dal livello di scioltezza che ho acquisito nell'interagire con quelli che una volta definivo estranei. Mi sono sempre ritenuta una persona introversa, ma ammetto di aver sbagliato, o di essere cresciuta, chissà.

2) soldi, il livello successivo

Sciogliamo questo ghiaccio attorno ai discorsi sul denaro, sul grano, la pila, il dané. Partecipare alla moda lolita significa comprare e vendere. La proporzione in cui le due cose si bilanciano è la risposta alla domanda eterna: "ma quanti soldi ha da spendere??"
La risposta nel mio caso è: pochi. Non zero, ma molti di meno di quelli che potrei avere. Eppure, grazie alla moda lolita, sono costantemente tenuta a monitorare le mie spese e incentivata a trovare altre fonti di guadagno. Mi permette di individuare subito se qualcosa merita i soldi che richiede: penso al prezzo di uno qualsiasi dei miei dreamies e mi chiedo se rinuncerei a esso per fare quella cosa. Ma soprattutto, sono incentivata a impegnarmi, a pensare a cosa può farmi avere quegli spiccioli in più, a portare a termine quei piccoli fastidi che mi garantiscono un'entrata. E no, non sto parlando di husstle: la vostra Francesca è troppo vecchia per pensare che la fatica sia direttamente corrispondente all'introito 💀 Lascio quella narrativa naive ai nostalgici del sogno americano e a chi vota a de- E QUINDI, si lavora chiaramente, ma si dà anche valore agli oggetti usati, si accettano commissioni, si risparmia.
In questo ultimo anno ho anche iniziato a dare importanza alle tariffe aggiuntive di shopping services e negozi online, per cui credo di aver fatto un passo avanti. Spero di poter scrivere presto la versione 2.0 del mio vecchio post su Buyee.

3) impegno per il futuro

È difficile descrivere questo punto, ma si tratta della realizzazione di essere effettivamente una delle poche persone rimaste in Italia che veste attivamente la moda. Non sono l'unica, non fraintendetemi; non parto per la tangente né mi sento speciale. Però, è giusto affermare che siamo pochi e che all'interno di questo novero, ancora meno persone hanno voglia e tempo di lavorare per la comunità.
Ho deciso di partecipare di più, ma anche di tenere alta la bandiera del lolita in Italia come posso. Questo impegno mi ha rinfrancata e fatta sentire parte di qualcosa di grande. Il lolita vivrà anche dopo di me, cambierà e non resterà nulla di quello che conosciamo. Questo non deve scoraggiarci o renderci nichilisti nei confronti dell'impegno che versiamo nella moda. Al contrario, mi fa sentire direttamente responsabile della forma che la moda assume nel mio Paese e mi sprona a partecipare.
Si tratta di un piccolo compito che mi dà tanta gratificazione. Mi porta a riflettere sul significato della moda, per chi la indossa e in senso lato. Mi coinvolge nelle discussioni che vengono lanciate dalla comunità internazionale, mentre prima restavo ai margini.
Sono grata alla moda per avermi dato questa piccola quest, penso che arricchisca molto la mia vita in questo momento.

4) uno spazio social

Parlo per me, ma partecipare alla moda mi ha permesso di trovare un compromesso sano all'utilizzo dei social. Per fare una sintesi, avevo abbandonato totalmente i social (soprattutto Instagram) nel 2019, dopo un lunghissimo periodo di dipendenza e sudditanza a essi. È stato un percorso iniziato con l'utilizzo eccessivo, evolutosi poi con l'utilizzo critico, poi moderato e infine, interrotto.
Aprire l'account lolita mi ha permesso di riallacciare i rapporti, ma anche di partecipare in modo sano all'ambiente di Instagram in senso lato. Non è possibile parlare di lolita tutto il giorno e non ho sempre voglia di consumare contenuti inerenti, per questo non ci spendo mai più di 10 minuti al giorno. Al contempo, riesco a partecipare ai movimenti della piattaforma, a mantenere i rapporti con conoscenze internazionali e a trarre dalla essa solo il meglio. Sono molto contenta di questo, e lo devo tutto al lolita.

5) le foto

Sarò onesta: scattare foto dei miei coord mi aiuta tantissimo ad apprezzarmi e valorizzarmi. Oltre alla botta di autostima, mi permette di avere ricordi tangibili di ciascun periodo, cosa che altrimenti non sarei portata a fare. Ho anche imparato a usare le app di grafica da telefono, scoprendo quanto possono essere sofisticate e creando collage di tutto rispetto.
Grazie lolita!

 

E voi? Quali sono i motivi per cui siete grati alla moda? Possono essere molto diversi dai miei, del tutto materiali o sentimentali. Sarei curiosa di leggere altri post simili, quindi spero che questo trend prenda piede.

Copritevi e non lesinate sul riscaldamento in casa!
Baci8 besitos

venerdì 21 ottobre 2022

Violet Fane Le Fantôme de l'Antiquaire, recensione

 Buongiorno ヽ(・∀・)ノ

Mi sono resa conto di aver lasciato che il blog languisse per un lungo periodo di tempo, perdono. Ho deciso di rompere il silenzio con una recensione che si è fatta troppo attendere. Eccovi le mie opinioni sul mio più recente ordine dal brand indipendente Violet Fane~

Piccola introduzione, nel caso abbiate vissuto sotto un sass-
Violet Fane è ormai un marchio affermato sulla scena gothic lolita. Nato nel 2014 con delle semplici spille, Violet Fane è un brand indipendente spagnolo con base a Barcellona. Il suo concept è racchiuso all'interno della loro firma: "the fairies we saw as children, one day became ghosts". La sua posizione è intermedia, fra gothic e classic, con la dichiarata intenzione di incorporare al suo interno elementi vittoriani, sinistri e cupi, che facciano immergere le persone in un mondo surreale.
È gestito da una donna che ha fatto della moda alternativa il suo principale ambito d'interesse, declinandola in diversi marchi e servizi. In primis, ha aperto il negozio di moda alternativa asiatica Madame Chocolat, nel 2010, poi il marchio lolita Violet Fane e in fine, il sottomarchio Sumire per contenere il suo lato più casual e sbarazzino, nel 2021. Fa sempre piacere sapere che dietro a un brand c'è un team con una storia di interesse e passione di lungo corso nella scena alternativa.
Dato per nulla irrilevante, i loro prodotti sono in vendita anche all'interno dei negozi di Atelier Pierrot, presenziando sia digitalmente che fisicamente nella scena lolita giapponese. Un traguardo simbolicamente importante per gli appassionati occidentali della moda (=me).


La prima volta che ho visto le foto promozionali della nuova collezione, ho avuto un sussulto. La passione per il gobelin (il tessuto da tappezzeria) è praticamente diventata il mio tratto di personalità saliente nell'ambito del lolita. Ho iniziato a sudare e a ogni sbirciata agli altri elementi della collezione sui loro social, sentivo il telefonino scivolare via dalle mie viscide mani. Signore perdonami, perché ho comprato.

Le modalità d'acquisto

Il lancio è stato annunciato con una settimana di anticipo tramite un post sul loro Instagram, seguito da un conto alla rovescia nelle storie il giorno prima. Qualcuno potrebbe chiamarlo un pattern di marketing trito e ritrito, ma io lo apprezzo molto: la messa online è una crescita lineare di contenuti che culmina nel drop; mi aiuta a ricordare la scadenza e a trovare tutte le informazioni in modo rapido.
I prodotti sono andati online con una dozzina di minuti di ritardo, nei quali ho smattato alquanto. Ho persino scritto un messaggio diretto al brand, chiedendo se ci fossero dei ritardi tecnici o se fosse un problema mio. Per mantenere la faccia eviterei di raccontare questa parte, ma la riporto per testimoniare che, persino in quella situazione concitata, ho ricevuto una risposta istantanea: era tutto a posto, stavano arrivando.
Appena ho visto gli oggetti comparire uno dopo l'altro, ho acquistato violentemente i due pezzi che sapevo di volere. Il vantaggio del loro sito internet è l'efficienza con cui si può ordinare. È possibile vedere chiaramente la merce nel carrello, nel colore e quantità selezionata, in tutti i momenti dell'acquisto. La grafica e la struttura del sito stesso sono un investimento che rende tutto molto più professionale.
Nel giro di due minuti, avevo comprato tutto. Ho quindi potuto prendere un drink e guardare il bagno di sangue consumarsi sotto i miei occhi, dall'alto della mia torre *meme di iCarly che beve una cola guardando il pc

Spedizione e imballaggio

La spedizione è stata celerissima: sempre con DHL, per 16 euro, è arrivato nel giro di due giorni. Violet Fane è famoso per i suoi adorabili pacchetti pieni di regalini. Ho già ordinato due volte da loro e ho potuto sperimentare la cura con cui il marchio vuole mantenere il suo branding persino nei materiali con cui avvolge i suoi prodotti. È un dettaglio molto rilevante, che pochi osservano. Baby schiaffa la sua roba nelle buste di plastica trasparente, just saying ☕



click click per ingrandire!

L'involucro di carta velina del colore della collezione, il nastro brandizzato, il booklet con il concept della linea, le foto promozionali e gli adesivi coordinati. Tutti questi elementi contribuiscono a creare l'atmosfera magica che accompagna l'esperienza d'acquisto fino alla fine. Senza queste piccole attenzioni, tutte le belle parole all'interno della presentazione del brand sarebbero solo rumore. Credo che sia anche il cuore del significato di gestire un marchio indipendente: non avendo limiti, si può espandere la propria creatività anche nel modo in cui si imballa il prodotto, creando una collezione coesa e coerente con gli elementi del brand. Apprezzo.



Il bustier è disegnato molto bene, steccato sui fianchi, con pannello elastico sulla schiena. Sul davanti c'è una corsettatura decorativa con due nastri di pizzo nero. Sono rimasta sorpresa nel non trovare alcuna zip, dato che gli altri miei bustier si indossano così, ma questo va infilato. Il processo è molto agevolato grazie ad alcuni accorgimenti nel design del pezzo: il gobelin è morbidissimo, facile da comprimere; lo shirring si espande senza fatica fino alla misura massima descritta sul sito (taglia S-L); gli occhielli entro i quali passa la corsettatura sul retro sono elastici, permettendo al corsetto di sopportare la tensione.
Però, dato che sono un animale sgraziato, sembro comunque una bestia in preda a spasmi mentre tento di infilarmici dentro. Avrei tanto apprezzato una zip, anche per non rischiare di flettere le barre laterali a ogni utilizzo.
Veste discretamente. Per me, che ho un petto lungo e un seno medio, è perfetto. Tuttavia, mi sento di sconsigliarlo a persone molto prosperose o con un petto molto largo.





Non c'è un modo di rendere giustizia a questa splendida gonna fotografandola distesa, ma ho tentato. I dettagli sono sempre impressionanti: ha shirring sulla schiena, che la rende morbidissima addosso. Di nuovo, si tratta di un gobelin incredibilmente soffice e leggero, perciò è molto confortevole addosso. I bottoni sono stati recuperati da uno stock di antiquariato: la proprietaria del brand ha raccontato la loro storia durante la fase promozionale, sono molto belli. La stoffa stessa, la tappezzeria, è un oggetto di recupero. Per questo, l'intera collezione è un evento unico prodotto da una materia prima limitata.
Premetto che non ho alcuna competenza nel cucito e che anzi, parlo dal basso umilissimo di chi ha provato a infilare il filo nella cruna dell'ago appena qualche settimana fa. Però, guardando le foto di catalogo e ricordando altri indie brand che hanno tentato un design di gonna simile, ammetto che fossi particolarmente preoccupata per la banda di velluto sul bordo.
Pensavo che congiungere due tessuti dal peso così diverso avrebbe prodotto delle tensioni su uno dei due, increspando il velluto e tendendolo in alcuni punti. Eppure, come mi sono sincerata nella seconda foto, il velluto sul bordo è impeccabile, liscio. Quando la gonna è indossata, anche senza petti, il velluto si distende uniformemente sulla circonferenza. Non so se sia la mia inesperienza a farmi restare sorpresa o se sia merito di un effettivo accorgimento tecnico messo in atto, ma è splendida e sono positivamente sorpresa.

Qualità / prezzo

Non posso mettermi nelle tasche di tutti né giustificare in maniera credibile una spesa così ingente. Infatti, il punto di questa sezione non è persuadere il lettore all'acquisto del medesimo prodotto, ma commentare il mio acquisto avvenuto sulla base della mia esperienza nella moda, maturata negli anni.
Gli indumenti in sé sono, l'ho già detto, impeccabili. La qualità dei materiali, il disegno, i pizzi, la costruzione dell'indumento, nulla da eccepire.
Inoltre, a questi pregi sul piano pragmatico si aggiungono quelli sul piano artistico e soggettivo. Si tratta di una collezione curata con amore in ogni suo dettaglio, dall'idea di unire gobelin e velluto alla creazione di una storia, di fantasmi dell'antiquario che si impossessano del mobilio e gli danno vita, financo ai prodotti promozionali, nello stile della collezione e del brand. È un prodotto appagante da consumare in tutte le sue forme e mi gratifica possederne un pezzetto.
Quindi, sì, non è la mentalità da sunk-cost fallacy a farmi parlare quando dico che la spesa è commisurata al livello di lusso che si acquisisce.

Inoltre, ci tengo a ricordare come l'intera catena produttiva di Violet Fane cominci, continui e finisca in Europa. In questa fattispecie, la stoffa è un recupero ed è stata reperita fisicamente in Spagna. La lavorazione di essa e l'assemblaggio sono avvenuti in Spagna. La manodopera è regolarmente impiegata, risiede e lavora in Spagna. Il personale che si occupa della gestione del marchio si avvale di una lunga esperienza nella moda lolita e si impegna in prima persona nella scena alternativa spagnola.
Mi permetto di dire come questo sia esattamente quello in cui tutti, sui social, dicono di credere. Lavoro giustamente retribuito, materiali di riciclo, ecosostenibili, locali, impiegati in indumenti all'avanguardia della moda. Punto per punto, quello in cui la maggioranza dice di voler investire.
Beh, è qui! E questo è il giusto prezzo per esso. Alla luce di come ho obliterato ogni dibattito a riguardo, se dovessero essere sopravvissute delle anime che ritengono i prezzi ingiustificatamente alti, invito queste a restare sintonizzate sul canale: uno dei miei prossimi post sarà sul classismo del movimento lolita ecosostenibile.

Conclusioni

Avevo già acquistato la collezione Café Rose di Violet Fane, quella composta da giacca e gonna in velluto con appliqué, l'anno scorso. Estatica com'ero dell'esperienza, mi ero ripromessa che avrei atteso un secondo acquisto prima di recensirli, dal momento che la mia emozione per quello specifico prodotto comprometteva la mia imparzialità.
Adesso, un anno dopo, posso dire con relativa oggettività che Violet Fane è uno dei migliori indie brand che abbiamo in Europa. È un marchio pieno di proposte innovative, che copre più sezioni della moda lolita e di quella più generica kawaii. L'impegno che mettono in ogni aspetto del loro branding è encomiabile e merita di essere riconosciuto come unico nella scena dei brand alternativi europei, lassù nell'Olimpo assieme a Summertales Boutique.

Salto la sezione pro e contro perché, dal mio punto di vista, non c'è ragione al mondo per cui una persona che veste lolita in Italia e adocchia i loro prodotti non dovrebbe dar loro una possibilità, soprattutto considerando l'enorme risparmio su dogana e spedizione. È una fila ininterrotta di spunte per me.

Sì, sono calze da avvocato, non ho altro per favore pietà

Spero di aver scritto una recensione bilanciata, senza nascondere la mia parzialità perché anche essa fa parte della mia personalissima esperienza. Non mi definirei una stan di Violet Fane, perché ammetto di non apprezzare molte delle loro collezioni e il loro recente gusto per i ricami in corsivo a caratteri cubitali... Ma, quando lanciano qualcosa di mio gusto, l'acquisto è sempre un piacere senza riserve.


Alla prossima baci8
xx

martedì 5 luglio 2022

45 domande lolita

 Ho trovato questa lista di domande tramite una challenge mensile su un gruppo di discord (al quale partecipo pochissimo, purtroppo).
Si tratta di una carrellata di quesiti scritta da qualcuno sull'ormai deserto LiveJournal, nel lontano 2014. Oltre al valore nostalgico, è sempre rilevante compilare questionari così, per avere un veloce riscontro del proprio viaggio nella moda lolita.
Inoltre, la sfida sul discord era stata lanciata in concomitanza all'invito di aprire un blog sulla piattaforma Dreamwidth. L'ho fatto, ma ammetto di non avere grandi intenzioni per il futuro di quella pagina.
Ho già questo blog per sfogare tutti i miei pensieri, le mie opinioni e la mia astinenza da fonti di testo sulla moda lolita. Non credo di avere le energie per scrivere un secondo blog in inglese, che sia rilevante per un pubblico internazionale e allo stesso tempo, per me. Però, sono entustiasta della piattaforma: è grezza, testo-centrica e del tutto obsoleta, proprio come tutte quelle fonti che mi mancano in questo vetiduesimo anno del secondo millennio.

Nota 1: la persona che ha scritto le domande probabilmente non era madrelingua inglese. Per questo, alcune domande sono poco chiare e tutte riportano la parola "lolita" in maiuscolo, come se fosse un nome proprio.

Nota 2: contrariamente al mio solito su questo blog, non tradurrò le domande in italiano, proprio perché l'autrice le ha infuse di ambiguità usando un linguaggio particolare. Non potrei mai tradurle fedelmente, finirei per riscriverle secondo la mia personale interpretazione delle sue intenzioni per ciascun quesito.

Ma ora andiamo alle domande (✯◡✯)

1.      Please tell us your Hand Name (name that’s used ONLY in internet.) and hometown.

Sui forum mi facevo chiamare Kana-palooza, Kanapaloo, Kanapalu o Kana, in onore di Moon Kana, Kaname Chidori (di Fullmetal Panic) e del Lollapalooza. Nella mia seconda venuta sull'internet, ho cambiato nick in Frantic Frills, più trasparente e letterale rispetto alla mia presenza online di lolita.

2.      About how long is your history as a Lolita?

L'ho già detto mille volte, ma ho iniziato nel 2011. Colgo l'occasione per dire anche che fra il 2014 e il 2018 mi sono presa una lunga pausa dagli ambienti lolita online, per ritornare su lolita-internet gradualmente nel 2019 e in forma definitiva nel 2020, durante la pandemia. Gli anni da lolita offline sono stati bellissimi, non una (1) lamentela.

3.      What first motivated you to do Lolita fashion?

Mi piacevo nella silhouette lolita ed era un ambiente sicuro nel quale poter dare sfogo alla mia estetica stereotipicamente femminile senza subire vessazioni. Ero anche attratta dall'aspetto comunitario, in quanto adolescente.

4.      After knowing Lolita fashion, have you had any time-gap or resistance till you actually started to be Lolita?

Ho iniziato pochi mesi dopo l'aver scoperto la moda online, ordinando la mia prima gonna lolita (Lovely Maiden Nadia di Bodyline) e in seguito il mio primo abito (Classical Rose Bouquet di Baby).

5.      Please define your Lolita style as much as possible. (eg. gothic Lolita, sweet Lolita, white Lolita…. Etc).

Mi risulta sempre difficile perché mi sembra di cambiare stile con ogni coord, ma sicuramente old school al primo posto, classic e gothic a pari merito al secondo.


6.      About how many Lolita friends do you have?

Credo un 5-6? Difficile dirlo, dato che molti di loro hanno smesso la moda, ma nella mia testa sono comunque nella categoria "amici lolita".


7.      What is the best thing about doing Lolita?

Poter dare sfogo alle proprie fantasie su se stessi, sul modo in cui si vuole essere visti dagli altri, ma anche sul messaggio che si comunica coi propri vestiti. Mi piace che, per una volta, qualcuno possa guardarmi e pensare "cazz-, questa sì che è una fissata con anime/Giappone/roba strana" perché SÌ è esattamente quello che sono 😭💓


8.      Conversely, what's the worst thing?

La comunità online internazionale a volte diventa davvero difficile da gestire.


9.      Which Lolita Brands do you like?

Questa risposta cambia di sei mesi in sei mesi, ma al mio preferito al momento è Excentrique. Non so come, ma ogni loro pezzo che salta fuori sul mercato dell'usato (sono chiusi dai primi del 2000) è sempre perfetto. Se potessi farei razzia di tutto il loro catalogo.

10.  What was the first Lolita item that you’ve owned?

Ho già risposto sopra, ma aggiungerei l'abito di Bodyline Replica Poodle Pattern, rubato a Innocent World. L'ho venduto, ma non dimentico 💧


11.  What is the “must have!” Lolita item?

Qualcosa da mettersi in testa perché in questa economia posso accettare tante cose, ma uscire con la testa nuda è ancora troppo per me.

12.  Do you wear drawers?


Credo si intenda bloomers o pantaloncini sotto la gonna. In ogni caso, sì.

13.  Do you have any favourite Japanese music?


Assolutamente sì. Fare l'elenco di tutti i miei artisti giapponesi preferiti prenderebbe un paragrafo, ma ultimamente quelli con i quali sono ancora in fissa sono: Gackt, Malice Mizer, Shazna, Shikao Suga, Maaya Sakamoto e Sheena Ringo. Ho fatto una testa così a tutti con Sheena, non mi taggate.

14.  Where do you particularly visit as Lolita?


Quando sono vestita da sola (= il 90% delle volte) faccio commissioni: supermercato, panettiere, gelato, farmacia, negozi vari. Spesso esco a passeggiare in lolita o semplicemente ad ascoltare musica in cuffietta in un determinato posto che mi piace, quasi sempre vicino a casolari abbandonati, che sono la mia massima passione. Tutto ciò che è derelitto, dismesso e architettonicamente vetusto mi attrae, doppiamente se sono in lolita.

15.  About how many times per week do you dress as Lolita?


Purtroppo, tutto il mio guardaroba è ancora a casa dei miei, quindi se sono dall'altra parte del nord Italia è un po' difficile 😪 però, quando ho accesso al mio arsenale, lo vesto almeno una volta a settimana.

16.  Please tell us about one embarrassing episode from the time when you were
just beginning Lolita.

Per me tutte le interazioni per strada in lolita sono imbarazzanti ( ̄▽ ̄*)ゞ Anche la signora che mi ferma per chiedere educatamente da cosa sono vestita, mi causa imbarazzo. Detto ciò, la più colorita è stata quella della famiglia in centro che mi ha chiesto se stessi promuovendo il musical di Priscilla, la regina del deserto, in scena a Milano in quel momento.

17.  What's hairstyle and color that you think Lolita would suite the most?


Non credo ce ne sia uno ideale. Una volta pensavo che fosse obbligatoria la frangia tagliata pari, stile Misako Aoki, ma mi sono resa conto che è un bias della comunità lolita. Tutti si fanno la frangia perché la vedono nelle foto su pinterest > altri credono che la frangia sia obbligatoria e se la tagliano > chi cerca foto su google trova solo frange e crede che sia l'unica opzione > il ciclo si perpetra.

18.  Have you ever thought of stopping Lolita? The reason?


Questa è una domanda alla quale vorrei rispondere con un post a parte. La versione breve è: sì, certo, come tutti dopo un tot di anni. La ragione principale è il mio corpo di donna caucasica normopeso sud europea, e la pressione sociale a convogliare i propri risparmi verso gli hobby autorizzati per il mondo femminile, come la famiglia, le cure estetiche e la casa.

19.  Please tell us your heart's bible as a Lolita. (anything like a book, magazine, CD, idol...)

Credo che la domanda sia "qual'è la tua risorsa multimediale di riferimento per la moda lolita?" La mia risposta sarebbe: i CD di musica giapponese anni 2000. Mi basta fare play su qualche album di Olivia Lufkin o una colonna sonora di Yoko Kanno per avere voglia di indossare lolita.

20.  Do you own a doll? Tell us your feelings about her intensely!

Sì, ne ho. Ho bambole vittoriane in porcellana, piccole bamboline di stoffa, bambole di plastica per bambina come Tanya e Barbie, bambole di pezza e di legno. Ne ho tante, accumulate in anni e anni di ricerca, selezione e attese, ma non le tiro mai fuori dalle loro confezioni. Ho un rapporto conflittuale con l'hobby delle bambole, un bandolo emotivo che non riesco a sbrogliare. Provo attrazione verso di loro, ma repulsione istintiva a giocarci o esporle in camera mia. Non riesco ad arrivare al fondo di questo barile di problemi, per questo restano tutte nascoste nel mio armadio, nelle loro bare di cartone.

21.  What kind of make-up do you wear when you wear Lolita clothes?

Non mi trucco mai in lolita. Non ci ho mai riflettuto su, ma avendo mantenuto il trend dell'assenza di make-up per tutti questi anni, credo che sia a suo modo una scelta più o meno conscia.
Probabilmente non associo la moda lolita a un determinato stile di make-up, assieme al fatto che le uniche istanze in cui mi trucco nella vita normale sono per lavoro e per serate. Forse è per questo che non mi trucco in lolita, perché lo associo solo alla serietà del lavoro o al glamour degli eventi...?

22.  Have you ever secretly changed clothes in a train station bathroom on Lolita day-out?

Sì, come i veri.

23.  Are you composed when doing Lolita all by yourself?

No aiuto quale psicopatico mantiene savoir fare in completa solitudine? Dico parolacce, faccio pose contorte, tiro porci come se piovesse. Significa che sono a mio agio.


24.  How much do you spend in your Lolita clothes& accessary monthly?


È difficile dirlo, alcune volte spendo moltissimo perché compro nuovi release, altre volte passano molti mesi senza che spenda un centesimo. Se dovessi fare una media su 12 mesi, sarebbe una trentina di euro per mese, a causa di alcuni salassi da centinaia di euro associati a mesi di risparmio assoluto.

25.  What is the most expensive Lolita thing you've bought so far? How much was it?

Devo considerare le dogane nel prezzo finale e fin'ora, Cross OP di Moitié regna sovrano. Maledetto figlio di putt-

26.  So far about how much has the expense been for Lolita goods?


Dio santo, ma perché {{ (>_<) }}💦 Ignoriamo le uscite dovute all'acquisto di abiti che ho poi venduto, dato che quelle creano un'ulteriore spesa (non vendo mai gli abiti al prezzo totale inclusa spedizione e dogana, ma a quello di listino per il quale li ho comprati, quindi ci smeno una quantità variabile di €€€).
Possiedo una quarantina di abiti, alcuni molto costosi, altri meno. Aggiungiamoci una dozzina di gonne, una ventina di camcie, accessori e cappotti. Non so. Non lo voglio sapere c:

27.  Lolita outfit really costs money. How do you raise money to cover the cost of
Lolita?

Lavoro mentre studio, faccio anche lavori su commissione e risparmio in ogni ambito possibile e immaginabile. Non vado a fare aperitivo, non bevo, non compro minchiate (so che suona strano, ma non possiedo oggetti, solo strumenti. Se anche me ne regalano, li butto o li vendo). Non spendo in fast fashion, ho lo stesso guardaroba dalle superiori e se qualcosa si rompe, compro usato. Persino nel cibo sono risparmiosa: sono vegetariana da una dozzina d'anni e compro solo frutta e verdura di stagione. Nella vita di tutti i giorni sono una persona piuttosto morigerata, ho bisogno di pochissime cose per sussistere.
Lo testimonia l'estratto conto della mia banca: i miei più grandi settori di spesa, quelli nei quali spendo centinaia di euro alla volta, sono il lolita e i regali per gli amici.

28.  Have you ever bought from an online store? If so, please tell us its good
and bad points and some advice for the future. If not, please tell us why not.

Ho comprato da Wunderwelt, Closet Child, Usagiyouhinten, Yahoo!Auctions Japan, Mercari, Rakuma fril, instagram di persone nella moda, Lacemarket ed Ebay. Non credo di riuscire a fare una recensione di ciascuno in questa sede (⌒_⌒;)

29.  Even if you sort of want to keep it a secret, please clandestinely tell us
about a private manufacturer that is the best.

Adoro il modo di parlare inglese di questa persona, sul serio 😩💜 Per quanto riguarda indie brand, Violet Fane e Summertales Boutique sono pari merito, entrambi hanno la stessa qualità che avrebbe un brand con manifattura automatizzata professionale.

30.  Is there a brand and/or an item that you think, "I could never get it! But I unreasonably want it!"?


Sì, c'è, ma non lo nominerò più perché starei attivamente contribuendo all'inflazione del suo prezzo di vendita (ง ื▿ ื)ว

31.  What do you think about people who only do Lolita at music-lives or cosplay?

Buon per loro! Chissenefrega quando, quanto e dove si indossa la moda. Se lo si fa con dedizione e non la si ridicolizza, bene così.

32.   From what age to what age is it acceptable to do Lolita? Do you think that there's a state in which someone must graduate from
Lolita? (you can answer as ‘never graduate’)

Non c'è un'età oltre la quale è sbagliato indossare lolita, però per me c'è un'età minima. Ultimemente ho visto molte lolita occidentali vestire coi loro abiti le proprie infanti e mi sembra una forzatura. Da un lato è bello condividere il proprio hobby con i figli ed è tenero vedere per lo più bambine provare abiti lolita per sentirsi delle principesse. Però, essendo bambine molto piccole, la moda deve flettersi ai loro bisogni per permettergli di essere libere di muoversi, e a quel punto diventa solo una bozza di lolita, un costume colorato per rendere partecipe una figlia. Al contrario, voler imbacuccare un bambino con petti, camicia, accessori e pendenti mi sembra una vessazione. Quindi, mi mette un po' a disagio vedere bambini vestiti in lolita completo, ma anche vederli in abbozzi della moda.
Per non parlare dell'associazione della moda al mondo infantile. Vuoi mettere che incu_ata sentirsi dire che la mamma è vestita come la bambina, e non viceversa, dopo aver speso anni a spiegare ad amici e parenti che non è un tentativo di regressione di età?
E poi, il costo. Esistono costumi per bambini, se proprio vogliono partecipare gli si può comprare qualche gonna in tulle da 5 euro al negozio di carnevale e buona notte al secchio sfjhksghjlkhj

33.  Is there a Lolita fashion or behavior that you think "I don't want Lolitas to do this!" about?

No, ognuno faccia un po' quel che vuole.

34.  Is there something you think "Lolita has to be this way!" about?


No, ma non credo di aver capito l'ambito della domanda 💧

35.  While doing Lolita, has something changed from earlier than you did Lolita?

Mamma mia, una valanga di cose. Tutti amano la recente tendenza permissiva, che scarta regole e divieti. Anche io la apprezzo, però a volte si finisce per dare il via libera solo per passività e non per convinzione.

36.  Do you go to school/work as Lolita?


No, non potrei nemmeno.

37.  Do you wear Lolita clothes as casual wear?

No, non vorrei nemmeno. Ci tengo a mantenere una separazione tra Francesca e Frantic Frills.

38.  Do you have a boyfriend (or husband)? Do you understand each other? (I think she meant “Does he understand you (as lolita)?”)


Per il momento ho un tipo. Lui sa che vesto lolita e non ha nulla da ridire. Gli ho insegnato un paio di termini ed etichette, per cui a volte discutiamo della moda e dei miei acquisti, ma non indosso mai lolita con lui. Potrei considerarlo solo se avesse intenzione di accompagnarmi a qualche evento, vestito a sua volta in aristocrat.

39.  What do the people around you think of your doing Lolita? Do they accept it?

Pochissimi amici del "mondo normale" sanno del mio hobby, ma sono tutti d'accordo. Non ci sono stati problemi rilevanti a riguardo.

40.  What kind of Lolita is who has impressed you the most up until now?

Farò un elenco, ho postposto questo momento troppe volte. Userò i nick di instagram perché è tramite quella piattaforma che consumo la maggior parte dei contenuti che queste persone pubblicano.
Voyeurism.s mi ha mostrato come capi lolita old school o estremamente semplici possano essere integrati in outfit casual per tutti i giorni, con cose come sneakers, borse qualsiasi e cappelli.
Dollsmeat perché ha creato un mondo parallelo fatto di immagini disturbanti e folklore midwestern americano tramite la moda lolita, con occasionali contenuti gyaru, budoir ed ero lolita. Ha abbattuto quel muro invisibile di decoro, perfezionismo e rigore che è stato eretto nel lolita fin dalla sua creazione.
Lace.decay perché ha sempre mischiato moda alternativa giapponese al suo lolita, creando alcuni dei coord più belli che possa pensare. Sembra uscito da un volume di Cookie.
Talianoshiro perché ha un occhio impeccabile per la moda. Sa abbinare pattern e colori apparentemente contrastanti e crea composizioni sempre interessanti. Ricordo ancora una camicia a quadri verdone sotto un abito bianco e nero, mmmh.
Pure.rae perché tramite il suo canale Youtube e la sua pagina instagram mi ha reintrodotto nel mondo del lolita moderato, senza grandi ambizioni di perfezione assoluta. I suoi coord sono sempre carini e sbarazzini.
Troubleinthemassagecenter perché presenta il lolita in modo normale. Anche nelle foto in cui è ritratta in giro e indossa abiti color neon iper sweet, per qualche sortilegio si fonde perfettamente con l'ambiente. Un'altra persona che prende il lolita come una moda e non come un fragilissimo cristallo da lucidare alla perfezione.
Mi sembra che il filo conduttore che spicca fra tutte queste persone diversissime sia la naturalezza con la quale declinano la moda e la rendono qualcosa di personale. Non riesco a essere ispirata o interessata da persone che vestono lolita come se fosse chissà quale sacro rituale solenne.

41.  Have you ever made your own Lolita clothing or/and accessories? If so, what was the best item that you’ve made?

Sono totalmente disispirata e assolutamente incapace. Inoltre, odio le cose e non sopporto di riempirmi di ciarpame, per questo non riesco a comprare nemmeno gli strumenti che servirebbero alla creazione di piccoli accessori. Solo l'idea di dover tenere in casa aghi, fili, pizzi, scampoli, bottoni, cartamodelli, pennarelli, pendenti, patch, colla... brr no, non riesco. Sarei contenta di imparare a un corso di cucito, lasciando i merdini là 💦

42.  If you have an ideal Lolita outfit or coordination, please tell us.

Al momento il mio coord ideale, nonché il mio prossimo traguardo, è quello di Mana in Gardenia. Bianco assoluto e blu elettrico, rose, cristalli, un lungo velo e capelli cotonati....................

43.  Is there a motif that you think “this is a simple of Lolita”?

Il tessuto gobelin, sicuramente. Ho scoperto come si chiamava tramite la moda e adesso lo associo istintivamente a quella.

44.  Would you want to dress your children as Lolita?

No, o almeno non con veri abiti lolita adattati alle loro misure (che ca__o di spreco, poi). Comprerei loro dei costumi da carnevale coi quali imitarlo, se proprio ci tengono.

45.  What's your image of the ideal Lolita?

Chiunque riesca a indossare la moda con naturalezza, personalizzandola e rendendola interessante.


Peace out xx

sabato 25 giugno 2022

Verso la calura

 Continua a salire la temperatura e grazie al Cielo non sono fisicamente a Milano in questo momento 🙉

È simpatico leggere sempre gli stessi post deliranti sui gruppi di aiuto lolita, non appena arriva l'estate. Tutti si sbracciano per dare pagine e pagine di consigli su come indossare lolita col caldo e, certo, alcuni sono molto utili ed efficaci. Però 💧 c'è un'enorme differenza fra il dare consigli per "indossare lolita nonostante il caldo", e "restare freschi in lolita". Il primo è un approccio realistico, il secondo è una menzogna 😷 La moda lolita sopra i 30°C è una maledizione che non auguro a nessuno. A meno che non ci siano eventi improrogabili, evito. Finisco per inzuppare di sudore i miei adorati vestitini e scendere a compromessi che mi fanno detestare l'outfit finale.
(Chiaramente, se per una serie di motivi sopportate il caldo e volete indossare lolita quotidianamente, non ho nulla da ridire. Quanto sopra si riferisce a me e ai miei desideri per me stessa durante il periodo in cui l'asfalto può diventare un comodo piano cottura)

Detto ciò, torniamo ai miei outfit di quando ancora si poteva vivere un'esistenza produttiva fra le 10:00 e le 18:00 a Milano, ovvero il mese di maggio. Click sulle immagini per ingrandirle!

JSK: Innocent World
Calze: BTSSB
Scarpe: Taobao
Camicia: vintage

Questo abito deve essere coordinato in modi nuovi, sono sicura di non aver ancora esplorato il ventaglio completo di possibilità che permette 🌸🎀👚 Però, quando funziona, funziona: rosa e azzurro sono una combo senza eguali. Non ho fatto nulla di speciale in questo outfit, se non prendere in braccio il cane e far finta di essere un'ancella della Regina d'Inghilterra. Forse ho mangiato una pesca...? senza sbrodolarmi. Un pomeriggio grandioso, insomma.

Grembiule, giacca, calze, camicia: BTSSB
Scarpe: Bodyline



Vi invito... Anzi, vi prego di cliccare sulle foto qui sopra e vedere quanto diamine me la sentivo d'oro quel giorno. D'oro? Di platino, impreziosita di diamanti oserei aggiungere (sì, sto alludendo alla bergonza).
Insomma, era una giornata positiva per il mio ego, ma come avrebbe potuto essere altrimenti quando si indossa Baby, the Stars Shine Bright dalla testa al malleolo? I piedi sono Bodyline, non si può vincere tutto. Ho persino girato un reel, non so se ci rendiamo conto💦
Questo set è elegante, quasi intimidatorio. Il taglio e il tessuto sono propri dei tailleur da lavoro in azienda, ma il colore, le finiture e lo stile restano squisitamente lolita. È quello che indosserebbe Reese Witherspoon in un remake lolita de La Rivincita delle Bionde (titolo pessimo, localizzazione scadente, meglio citarlo come Legally Blonde). È anche quello che indosserei se mai fossi autorizzata a scegliere il mio abbigliamento da lavoro. Con la giacca chiusa, è un completo da ufficio impeccabile.
Così, sull'onda di questa emozione, ho agguantato un libro che rappresentasse il mio ruolo manageriale in questo coord: Cindy Crawford's Basic Face prima, e Gothic & Lolita Bible poi.

Il libro della Crawford è un investimento per una ipotetica prole, mia o altrui. Contiene tutte le informazioni su come valorizzare il proprio viso in modo naturale, dal periodo in cui la sponsorizzazione da parte di marchi enormi non era ancora così diffusa. Chiaramente Cindy Crawford è una supermodella, benedetta dalla lotteria genetica, che non ha bisogno di alcuno sforzo per sembrare incredibilmente bella. Però, il libro è insolitamente valido e contiene consigli senza tempo. Vorrei che un futuro bambino potesse leggerlo e prendere da lì i consigli su come prendersi cura della sua pelle, piuttosto che dal rumore dei social.
Poi, ho posato con GLB perché è pur sempre un coord lolita.


Gonna: Violet Fane
Camicia e foulard: vintage
Borsa: The Bridge
Scarpe: Modo
Calze: Shirley Temple

Questo coord è stato un tentativo partito al contrario rispetto a quello che avrei fatto di solito. Il mio segreto è che nel lolita vado a naso, rarissimamente programmo quello che indosso su una base razionale o di equilibrio. Questa volta, volevo costruire un abbinamento che
- includesse il foulard vintage animalier
- potesse considerarsi "lolita da viaggio"
Così, ho scelto i capi più comodi in assoluto nel mio guardaroba assieme a un colore complementare al foulard, in modo da riuscire ad abbinarlo per contrasto. Avendo puntato tutto sul bordeaux, che bilancia il giallo dorato, ho poi accessoriato di conseguenza, senza introdurre nuovi colori per far sì che il foulard spiccasse sull'insieme. È stato divertente approcciarsi al lolita in questo modo più cervellotico e ragionato e il risultato finale era davvero comodissimo. Avrei preso l'aereo, il treno e pure il vaporetto in questo coord.

Bustier, gonna: Alice and the Pirates
Fiocco in testa: Moitié
Camicia: vintage anni '80
Calze: Baby the Stars Shine Bright
Scarpe: Modo (Taobao)

So che questo è il classico momento in cui sono solo io a vedere il riferimento a un certo stile. "Sì, sì nonna, certo, questo è davvero un coord gotico, hai proprio ragione" 👵
Però! Io sono convinta che lo sia! Credo di aver visto una versione di questo stesso abbinamento su Gothic & Lolita della Phaidon, anzi, ne sono sicura, e il soggetto fotografato si definiva gotico. Va bé, anche i migliori hanno le loro convinzioni strampalate.
C'è un'altra cosa della quale sento l'assenza solo io, ed è una stretta alla corsettatura del bustier. Essendo costolato e dotato di ampio shirring, senza un'adeguata tirata di stringhe resta molto lasco. Avrei avuto bisogno del valletto che mi serra nel corsetto come una dama vittoriana, per avere quella silhouette da anossia fatale che adoro.
Chiaramente, non mi sono potuta esimere dal creare un collage come quelli di Alice Doll, con un testo in inglese scorreggiuto come quello che avrebbe scritto un giapponese in quegli anni. Mi piace rivivere questi pezzi di tradizione lolita, portando il coord oltre la sua forma fisica. Se c'è un lato divertente dello scattarsi foto, è anche quello di poter ricreare la propria estetica tramite la grafica. Mi piaSCe 💫

Chiudo con un coord casual per filmare un tour del mio guardaroba. Mi sono rotta le palle alla quinta gonna lmao. Tira su, tira giù, metti in posa, da vicino, da lontano, **sorridi** se no sembri un'assatanata 💧 molta fatica che si sviluppa tutta davanti a un telefono, in una stanza vuota... non so fino a che punto sono disposta a spingermi per il valore del ricordo. Lo faccio per quello, per il ricordo di questo momento e di come era il mio guardaroba lolita in quello che considero essere il culmine della mia attività nella moda. Prevedo un declino nei prossimi 10-20 anni, dovuto sia al mio corpo che cambia, sia al fisiologico deterioramento della mia pazienza. Discorsi per un'altra sede.
Mi ero fatta anche una pettinatura super elaborata! Che giustamente non si nota un catso nelle foto fksdhfhg 💢
Infine, il coord ultra semplice che ho indossato per il pranzo con le carissime Ilaria ed Erika! Sono andata sul sicuro, soprattutto dopo aver schivato un crollo psichico nel macchiare di sangue il mio Cross OP di Moitié pochi minuti prima che arrivassero 💀 Mamma mia, che tesa che ero quel giorno.
Ho combattuto le voci nella mia testa che hanno continuato a dirmi quanto fosse stato un evento mal riuscito per causa mia. Alla fine, ci ho messo più di 20 anni a trovare la forza di invitare qualcuno in casa di mia madre, quello è già un traguardo di per sé. È anche un fatto emblematico che sia stato proprio il lolita a darmi il pretesto per fare questo salto--
Al netto del cibo scarso e raffazzonato, dell'arredo demodé e dell'atmosfera quasi lugubre che vivevo dentro, ce l'ho messa tutta e spero di aver fornito un pranzo almeno stomacabile.
Prima di salutarci ho fatto fare un vero tour del mio guardaroba in persona, e mi sono divertita molto! Molto meglio del doverlo fare per un freddo obiettivo senza vita. Ho anche rispolverato fatti e ricordi degli abiti che avevo parzialmente dimenticato.

Se qualcuno ha letto, mi mandi il suo PayPal che gli spedisco un rimborso del tempo perso!
E a tutti i children, congratulazioni (?)

Bacin xoxo

Miscellaneo // sono tornata!

  S ono tornata! Ho passato un periodo lungo mesi a ricrearmi unicamente su Instagram, che è il posto perggiore dove coltivare il proprio ho...