domenica 15 gennaio 2023

Una passeggiata nella Foresta Profonda

 Approfitto del mio status di proprietaria maggioritaria di questo spazio (?) per scrivere un post puramente celebrativo. Vi parlerò di un'abito, una storia e tanti ricordi. Se non apprezzate conenuti personali di questo genere, tornate più in là: ci sono tutorial e recensioni in lavorazione! Per ora, mi soffermo ad assaporare questo momento.

playlist
jonatan leandoer96 - Blue Light
SNoW - 逆さまの蝶
Miyavi - selfish love
Everything But The Girl - Missing

Nel 2012 stavo facendo incetta di contenuti lolita in maniera intenzionale. Ero già iscritta al GLZ forum e aspettavo con trepidazione i post dei membri più anziani, per guardare i loro guardaroba e sognare un po'.
In quella fase della moda, possedere lolita giapponese era un evento raro per qualcuno nella comunità italiana.
Pochissimi riuscivano ad acquistare dal Giappone: l'assenza dei social e la difficoltà nel trovare shopping services erano barriere molto alte da superare. Possedere un oggetto di uno dei tre brand della trinità (Victorian Maiden, Mary Magdalene e Juliette et Justine) era considerato un simbolo per una classic lolita, più che un effettivo acquisto. Significava essere abbastanza scaltri, abbienti e interconnessi con la comunità internazionale da aver ottenuto un pezzo vero della moda, il prestigio percepito era incredibile. Chiaramente, i tempi sono cambiati e non c'è più questo spartiacque, ma devo raccontare per dare contesto all'emozione che sto provando, al significato che ha per me.

Dati i presupposti, potete immaginare quanto Juliette et Justine si collocasse bene al vertice della piramide. O meglio, potete immaginarlo se tenete in considerazione che i suoi prezzi erano molto più alti di quelli di Innocent World, la sua distribuzione era limitatissima, principalmente MTO, e che il suo sito internet apriva le vendite solo una tantum, senza annunci o pubblicità. Il sistema per mettere le mani sui loro vestiti era avvolto dal mistero. Le ragioni dietro ad alcune delle loro stampe più audaci erano ancora più oscure. Le speculazioni sull'origine del nome del marchio erano cicliche e suscitavano scandalo (Juliette e Justine sono due sorelle presenti all'interno dei romanzi del Marchese De Sade). In aggiunta, la vicenda dietro alla sua nascita stuzzicava la fantasia dei fan. Si diceva che Mari Nakamura, la designer principale di JetJ, avesse lavorato con Victorian Maiden prima di andarsene sbattendo la porta e urlando "ve la farò vedere, creerò il mio brand!"
Tutti questi elementi velavano Juliette et Justine in una coltre di mistero e gli davano i tratti di un marchio eclettico, sorprendente e riservato a pochi intenditori.

Non esisteva Lolibrary, l'archivio di riferimento era Livejournal, curato dallo zelo di persone che conservavano le immagini dei release. Fu lì che lo vidi per la prima volta, Forêt Profonde JSK.

Era stato postato assieme a tanti altri design della casa. Vi invito a cercare altri modelli del marchio del 2011-2012: sono gli anni dell'abito con la faccia di Cristo, delle stampe psichedeliche di colori fluo e dell'utilizzo di interi dipinti, con le grazie tutte esposte 💦 Juliette et Justine sembrava un calderone di lava in perenne ebollizione, produceva abiti fuori di testa. Non si poteva prevedere quale altra bizzarrìa avrebbero messo sul mercato, tanto è vero che di lì a poco sarebbe arrivato l'abito con un gallo sopra un gatto sopra un cane sopra un asino (sì, dovete cliccare e guardarlo coi vostri occhi).
Salvai l'immagine del JSK, la cercai più grande, la tenni, la riguardai più e più volte. Non conoscevo il dipinto della stampa, ma francamente non mi interessava. Donzella in difficoltà, cavaliere in tutina e cavallo bianco? Va bene. Era la prima volta che vedevo un pizzo così elaborato, uno stile così riconoscibile (corpetto nero e stampa a tutta gonna) su un design così semplice. Ero davvero innamorata, non come si dice spesso, superficialmente: ero infatuata, sentivo una mancanza fisica nei confronti di un oggetto che non avevo nemmeno mai visto dal vero. Avevo bisogno di riguardare l'immagine ogni tot giorni; riproducevo l'abito con l'abbigliamento casual, con una canottiera nera e una gonna fiorata; provavo affezione istintiva per tutto ciò che Juliette et Justine faceva, perché era il produttore di quell'abito. Come dicono i ragazzini oggi-- stan? 💀
Forêt Profonde JSK era diventato il mio biglietto da visita: inserivo una sua immagine ogni volta che mi presentavo in una nuova community online. Lo inserivo nelle mie liste desideri, scrivendo sempre che ero disposta a fare qualsiasi cosa per averlo, conscia del fatto che anche solo trovare una persona in possesso di un abito del brand su territorio italiano era chiedere troppo.

La community adesso potrebbe pensare che il modo in cui hanno coordinato il JSK nelle foto di catalogo sia audace e trasgredisca alle regole. Ci tengo a contestualizzare anche quello: dieci anni fa era molto comune vedere JSK e OP classic coordinati senza camicia e senza calze. Victorian Maiden faceva posare le sue modelle senza accessori per la testa e senza camicia già nei primi del duemila. Andava così, non strappiamoci i capelli.

Qui il racconto del passato si interrompe, Forêt Profonde è rimasto un sogno sempre più labile e sbiadito negli anni. Nel 2020, quando sono rientrata nella comunità lolita internazionale, l'ho tenuto nascosto, omettendolo nelle mie wishlist. Ho sempre detto di essere in cerca di Amour d'amants robe JSK, che era molto più noto e più presente nel mercato di seconda mano.
Così, come la collana di Titanic, ho lasciato che il mio Cuore dell'Oceano sprofondasse nell'abisso dei miei ricordi, rassegnata a non vederlo mai più...

... finché un bel giorno non è saltato fuori su Lacemarket e me lo sono accattato hahaaa ciaooo ᕕ( =3=)ᕗ
Ci sono voluti dieci anni, signori, dieci! Avrei potuto essere sotto terra, e invece ho trovato un abito che volevo dai tempi delle superiori, se non è character development questo 💆💅




 
 
Che beffa, dopo anni passati a credere che la taglia più grande fosse comunque troppo piccola, ho scoperto che la 2 mi sta larga.
Il sito ufficiale la descrive come 10 cm più piccola di quanto non sia in realtà, e così segue Lolibrary e di conseguenza gli annunci di vendita. È incredibile come non ci sia ancora stato uno stronz_ di buona volontà che l'abbia misurato prima di metterlo in vendita, la discrepanza è lampante. Bene. Non sono assolutamente arrabbiata per aver perso così tanti anni e rinunciato ad abiti di taglie che avrebbero potuto starmi ☺👹

Sono sempre stata riluttante a cercare approfondimenti sul dipinto della gonna, pensavo fosse una crudeltà gratuita da fare a me stessa gravitare attorno a qualcosa che non avrei mai potuto toccare con mano. Però, come dicevo sopra, l'innamoramento ci avvince all'oggetto amato contro ogni logica e volontà. Negli anni ho letto molte sintesi del mito di Ondina, qui ritratto da Daniel Maclise, e trovo che la sinossi di Wikipedia vada bene come soluzione veloce. Se ne volete una ancora più veloce, tl;dr: Ondina è una ninfa che sacrifica la sua immortalità per congiungersi a un umano indegno, il quale la tradisce e viene così maledetto dalla donna, condannato a non poter mai più chiudere occhio.
Non è male immaginare un fedifrago sottoposto alla tortura della veglia eterna.
Però, il vero fascino della storia per me sta nei richiami agli archetipi, nei rimandi a concetti comunissimi in antropologia come la perdita della verginità, la natura divina della donna e terrena dell'uomo, il castigo eterno. È una storia cruenta, anche se non viene versata una goccia di sangue; solo tante lacrime e tanta acqua. D'altronde, Ondina è una ninfa dei corsi d'acqua, dei flutti, come richiama il nome. È grazie a questo abito e questo racconto che ho iniziato ad apprezzare il nome Ondina, mentre prima mi sembrava inutilmente letterale.

Così, questa è la forma della mia felicità nel possedere questo abito. Profuma di nostalgia ed è dipinta con colori a olio. È stata preceduta da un'attesa così lunga dal rendermi tutt'ora incredula.
Ci tengo a scrivere questi racconti, perché dall'esterno sembro probabilmente un'invasata, persino alle persone che fanno parte di questa moda alternativa. Ci sono storie, persone e fasi della mia vita intessute all'interno di questo blend di poliestere. Ciascun filo del pizzo contiene una fibra di me, di come ero, di quanto sognavo e bramavo questo abito, pur continuando a pensare di non meritarmelo.

Ricordatevi il filo interdentale, non solo la sera prima di andare dall'igienista!
Baciuxxi xoxo

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